In seguito alla crescente popolarità delle diete povere di carboidrati, molte persone stanno cercando nuovi modi per limitare il loro apporto di zuccheri. I sostituti dello zucchero sembrano essere una soluzione promettente, visto che forniscono meno carboidrati (o addirittura nessuno). Ma rappresentano davvero la perfetta alternativa allo zucchero tradizionale? Scopriamolo assieme.
Un sostituto dello zucchero è qualsiasi sostanza che può essere utilizzata al posto dello zucchero per addolcire una bevanda o un alimento. Queste sostanze includono i dolcificanti artificiali (come il sucralosio), polialcoli (come il sorbitolo) e i dolcificanti naturali (ad es. la stevia). Ecco i pro e i contro dei sostituti dello zucchero attualmente disponibili:
La stevia è una pianta originaria del Sud America. Dalle sue foglie si ricavano delle sostanze concentrate note come glicosidi steviolici, che sono da 200 a 400 volte più dolci dello zucchero, e che vengono utilizzati nei dolcificanti a base di stevia. I dolcificanti a base di stevia sono considerati dolcificanti non-nutritivi perché forniscono solamente quantità trascurabili di calorie.
A seconda del tipo di dolcificante a base di stevia utilizzato, i glicosidi steviolici possono essere associati sia a destrosio/maltodestrina (carboidrati), sia a eritritolo (polialcole). Perciò chi ha il diabete dovrebbe considerare che utilizzando spesso questo dolcificante potrebbe aumentare il suo apporto di carboidrati. Inoltre va ricordato che i polialcoli fanno parte dei FODMAP*, perciò i dolcificanti a base di stevia contenenti eritritolo potrebbero provocare in alcune persone dei sintomi digestivi (ad es. gonfiore).
I dolcificanti a base di stevia sono disponibili in polvere, granuli o in forma liquida, perciò è possibile scegliere il tipo più adatto per ogni esigenza. La quantità necessaria per le varie preparazioni dipende dal tipo di dolcificante scelto, perciò è necessario seguire le indicazioni fornite dal produttore. Se si impiega questo dolcificante per preparare prodotti da forno, è bene sapere che può dare al cibo un retrogusto di liquirizia: non proprio il sapore ideale per una crostata di mele, ma non lo si sente nelle nostre Cheto-bombe dolci al formaggio.
Il sucralosio si ottiene alterando chimicamente una molecola di zucchero. Dopo questo processo il nostro corpo non è in grado di assimilare la molecola così ottenuta, perciò non fornisce alcuna caloria. Il dolcificante più comune a base di sucralosio è lo Splenda. Le quantità di dolcificante da aggiungere alle ricette variano a seconda del tipo di dolcificante Splenda utilizzato (miscelato a zucchero di canna o granulare). Anche in questo caso è consigliabile seguire le indicazioni fornite dal produttore.
Occorre anche tenere a mente che utilizzando i vari dolcificanti a marchio SPLENDA®, il tempo di cottura nel forno si riduce (ad es. la cottura dei biscotti richiede 3-5 minuti in meno, mentre le torte 7-10 minuti in meno). Se avete bisogno di un’ispirazione, potete provare la nostra ricetta di Crumble alla pera e cranberry.
I polialcoli, come manitolo, sorbitolo, xilitolo, sono dei tipi di carboidrati. Si trovano naturalmente nel cibo (ad es. frutta), ma possono anche essere aggiunti ad alcuni alimenti commerciali (ad es. nel chewing gum). Poiché il nostro intestino non riesce ad assimilarli bene, forniscono meno calorie dello zucchero. Prima di correre al supermercato per farne una scorta, dobbiamo però ricordarci che sono un tipo di FODMAP, e che possono quindi causare ad alcune persone dei sintomi gastrointestinali.
*I FODMAP sono dei glucidi che fermentano nell’intestino, in parte responsabili dei sintomi nelle persone che soffrono di colon irritabile. Per maggiori informazioni, leggete quest’articolo.
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