Perché dobbiamo preoccuparci del giro vita piuttosto che del peso

6 febbraio, 2018 , ,

Sapevate che è possibile rientrare nel proprio peso forma pur avendo una percentuale di grasso corporeo troppo elevata e correndo quindi un rischio maggiore di contrarre alcune malattie croniche ? L’eccesso di grasso, soprattutto a livello addominale, è associato ad un maggior rischio di diabete, di malattie cardiovascolari, di epatosteatosi (fegato grasso), di apnea notturna e di cancro. In Italia le patologie cardiache rappresentano la prima causa di mortalità, e le stime più recenti indicano che ogni anno più di 20.000 italiani muoiono a causa del diabete.


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Il peso non è un valido indicatore della percentuale di grasso corporeo

Pesandoci su una bilancia tradizionale non possiamo sapere se la perdita o l’aumento di peso debba essere attribuita ad un cambiamento della percentuale di grasso corporeo, della massa muscolare o del contenuto d’acqua del nostro corpo. L’indice di massa corporea (IMC) indica se una persona ha un peso proporzionato rispetto alla propria altezza. Tuttavia questa misura non consente di determinare se una persona ha la corretta percentuale di grasso corporeo. Ad esempio un atleta può avere un IMC elevato perché ha una massa muscolare importante. Allo stesso modo una persona sedentaria può avere un IMC normale, poiché ha una percentuale di grasso troppo elevata che viene però compensata da una massa muscolare ridotta. Al contrario una variazione del giro vita indica inequivocabilmente una variazione della percentuale di grasso corporeo. Spesso chi inizia un percorso di dimagrimento e di allenamento può mantenere il proprio peso invariato, anche se si rende conto che il proprio giro vita è diminuito. Molto probabilmente il peso non diminuisce poiché il grasso perso è compensato dall’aumento della massa muscolare.

Un giro vita eccessivo è associato a un rischio maggiore di contrarre malattie croniche

Sapevate che non tutte le persone obese corrono un rischio maggiore di essere affette da diabete e da malattie cardiovascolari ? In effetti è stato chiaramente dimostrato che un eccesso di grasso a livello addominale aumenta il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari, a prescindere se il soggetto sia in sovrappeso o se rientri nel peso forma. Il grasso addominale è un indicatore del grasso viscerale, ossia il grasso che si accumula attorno agli organi come cuore e fegato. Questo tipo di grasso può anche causare infiammazioni. Una riduzione di 4 cm del giro vita nelle persone affette da obesità addominale si accompagna ad una riduzione del 60% del rischio di insorgenza di diabete di tipo 2.

Come si misura il giro vita ?

Il giro vita si misura a livello dell’ombelico. Un giro vita superiore a 102 cm per gli uomini, e a 88 cm per le donne è considerato elevato, e rappresenta un pericolo per la salute. Il giro vita deve essere misurato cercando di mantenere sempre le stesse condizioni (l’ideale è misurarlo appena svegli, dopo essere andati in bagno e prima di mangiare). Cercate di respirare normalmente, senza trattenere il fiato.

Come ridurre il giro vita ?

  • Dormire a sufficienza : La mancanza di sonno (meno di 7 ore per notte) è spesso associata ad un giro vita maggiore.
  • Ridurre lo stress : Lo stress aumenta il tasso ematico dell’ormone cortisolo, che spinge il corpo a immagazzinare maggiori riserve di grasso, soprattutto nella zona addominale.
  • Fare attività fisica : Praticare da 150 a 300 minuti di attività fisica a settimana è un modo efficace per ridurre il giro vita. Inoltre le persone attive corrono un rischio 2 volte meno elevato di insorgenza di diabete o di malattie cardiovascolari rispetto alle persone sedentarie, a prescindere dal loro giro vita.
  • Mangiare meglio : Per ridurre il proprio giro vita è consigliabile adottare un’alimentazione mediterranea (a base di frutta e verdura, cereali integrali, frutta a guscio, pesce, olio d’oliva e latticini poveri di grassi) e limitare il consumo di bevande zuccherate.

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Fonti

Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

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