Il cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide presente nella pianta della cannabis. Ultimamente sta acquisendo una certa popolarità. Viene venduto in varie forme, tra cui oli, capsule e infusi. Si ritiene che possa offrire molti vantaggi per la salute, tra cui proprietà rilassanti, antidolorifiche e antinfiammatorie. È questo il prossimo prodotto miracoloso?
Il cannabidiolo (CBD) è uno delle centinaia di cannabinoidi presenti nella pianta della cannabis (marijuana), chiamata anche canapa. È il secondo cannabinoide più studiato dopo il THC (Tetraidrocannabinolo). A differenza del THC, il CBD non sembra avere proprietà psicoattive, e di conseguenza non ha effetti euforizzanti.
Il cannabidiolo ha molte potenziali applicazioni terapeutiche, alcune delle quali sono attualmente oggetto di ricerca (tumori, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, ecc.). L’applicazione più promettente riguarda il suo uso nel trattamento dell’epilessia. È tuttavia troppo presto per confermare la maggior parte degli effetti benefici del CBD. Alcuni studi suggeriscono che il suo consumo potrebbe aiutare a ridurre l’ansia o a ridurre il dolore e l’infiammazione, ma attualmente non ci sono prove scientifiche sufficienti per dimostrarlo.
Il CBD, legandosi a recettori specifici nel corpo, può aiutare a ridurre l’ansia in eventi isolati. Per esempio, in un recente studio clinico, 300 mg di CBD hanno ridotto l’ansia in soggetti sollecitati a parlare in pubblico. Tuttavia, dosi più basse (150 mg) o più alte (600 mg) non hanno avuto alcun effetto sui livelli di ansia dei partecipanti. Perciò l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia in un singolo evento sembrerebbe essere in gran parte condizionata dalla quantità consumata. Il consumo cronico di CBD negli esseri umani non è stato però studiato approfonditamente. L’attuale evidenza scientifica suggerisce che l’uso del CBD ha il potenziale per aiutare a trattare i disturbi d’ansia cronici, ma al momento non ci sono dati scientifici sufficienti per raccomandarlo.
Molti studi hanno esaminato gli effetti della cannabis sul dolore cronico, ma pochi hanno valutato specificamente l’effetto isolato del CBD. Alcuni studi sui roditori suggeriscono che il CBD può aiutare a ridurre il dolore cronico e l’infiammazione. Tuttavia il suo effetto negli esseri umani non è noto. In breve, è ancora troppo presto per raccomandare il CBD come trattamento per l’infiammazione e il dolore cronico.
La sicurezza del CBD è stata messa in discussione. Negli studi clinici sono stati riportati effetti collaterali minori in seguito all’uso del CBD, come affaticamento, diarrea e cambiamenti nel peso corporeo e nell’appetito. Il CBD inoltre può interagire con alcuni farmaci, quindi è importante consultare il proprio farmacista prima di decidere di assumere un integratore di CBD.
Un altro aspetto da considerare è il dosaggio. Gli studi suggeriscono che per ottenere gli effetti desiderati sono necessarie quantità di CBD molto più elevate di quelle che si trovano nella maggior parte degli integratori disponibili in commercio. D’altra parte, il contenuto degli integratori non è ben regolato, rendendo difficile sapere quale dose di CBD è effettivamente contenuta in un dato prodotto. È anche possibile che alcuni prodotti contengano contaminanti. In breve, bisogna rimanere vigili!
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